Qual è uno dei primi desideri di tante persone rinchiuse in casa per mesi? Fare la spesa, ovviamente. Non appena recuperata la libertà e respirato un po’ di nuovo ottimismo i consumatori cinesi, decisi a vendicarsi del virus, si sono buttati su uno shopping sfrenato.
Gli analisti hanno definito questa tipo di tendenza revenge spending, spesa della vendetta appunto. Il fenomeno sta toccando tutto il mondo con impatti significativi sui mercati. E, di conseguenza, nuovi trend da cavalcare.
Spesa in negozio e spesa on line: i luoghi del revenge spending
Il termine revenge spending risale, in realtà, agli anni ’80 del secolo scorso e si riferisce a un altro tipo di spesa su cui i cittadini cinesi si buttarono a capofitto: l’acquisto compulsivo di prodotti occidentali a lungo proibiti.
Allora ci si ‘vendicava’ di un regime politico. Oggi, tramite una spesa spesso superflua ed eccessiva, si cerca consolazione dopo il periodo di lockdown. E lo si fa attraverso consumi che pur rimanendo focalizzati sull’online toccano molto significativamente anche gli esercizi commerciali classici.
La voglia di acquistare, com’è facile intuire, va di pari passo con quella di uscire e riprendere possesso degli spazi e dei luoghi.
Per fare un esempio a Guangzhou, popolosissima cittadina della Cina, nel primo sabato di riapertura un punto vendita Hèrmes ha fatturato, stando ai dati, la cifra record di 2,7 milioni di dollari!
La spesa per vendetta infiamma solo la Cina o toccherà anche noi?
Dobbiamo prepararci anche noi in Italia e in Occidente ad assistere a un’impennata di revenge spending? La domanda sarebbe stata pertinente qualche decennio fa ma oggi, in epoca globalizzata, non lo è più. Infatti le società di marketing e strategie del consumo indicano unanimemente due settori di punta fra quelli preferiti dai cinesi per i loro acquisti post lockdown:
- Il settore del lusso, nel quale il Made in Italy gioca un ruolo centrale
- Il settore del turismo, con l’Europa e l’Italia al centro dei desideri di viaggio del popolo asiatico
I dati, tra l’altro, trovano conferma in analisi precedenti svolte in periodi di simili. Per esempio nei mesi successivi alla Sars (2003) si verificò una crescita della richiesta di biglietti aerei superiore al 200% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Insomma, l’impatto del revenge spending cinese, ben prima di capire se anche l’Occidente seguirà gli stessi parametri, sta già bussando alle nostre porte dunque.
Siamo pronti?
Revenge spending: un’occasione da non perdere
Il revenge spending si sta dimostrando una tendenza talmente impattante da meritarsi un proprio hashtag su Twitter e su Instagram. I primi dati europei denotano un andamento non paragonabile alla Cina come numeri ma comunque sorprendente per i nostri standard occidentali non abituati a questo tipo di fenomeni.
Non basterà, probabilmente, a sopperire le perdite patite durante i mesi di chiusura ma di certo l’auspicata ripresa dei consumi internazionali darà respiro tanto alle piccole imprese quanto ai mercati finanziari e alla macroeconomia globale. Un’occasione, insomma. Un’opportunità da afferrare innanzitutto rivedendo e ottimizzando una volta ancora i propri servizi, i propri prodotti e le modalità di vendita.
Riposizionarsi nel digitale con nuovi strumenti più attrattivi e capaci di far notare la nostra attività fra le altre anche a un consumatore lontano geograficamente diventa, oggi più che mai, fondamentale.
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